Nel turbine frenetico delle offerte che scandiscono la stagione autunnale, il Black Friday emerge come uno degli eventi più attesi e controversi dell’anno.
Nato negli Stati Uniti si è trasformato nel giro di pochi decenni in una celebrazione consumistica globale.
L’origine del termine “Black Friday” risale agli anni ’60, quando la polizia di Filadelfia descriveva il caos provocato dall’afflusso di acquirenti e turisti nella città.
I grandi magazzini americani, intravedendo un’opportunità commerciale, iniziarono a promuovere saldi eccezionali il giorno successivo al Ringraziamento, Gli americani, incoraggiati da pubblicità accattivanti, si avventuravano nei negozi alla ricerca del miglior affare, alimentando un ciclo di domanda e offerta sempre più vorticoso.
Sul nome abbiamo più riferimenti: black come la città pazza per gli sconti e il traffico su ogni via del centro oppure come… i registri contabili. Infatti all’epoca le entrate venivano segnate in nero e le uscite in rosso e quel giorno i commercianti si ritrovarono coi registri fitti di voci segnate ad inchiostro nero.
Il consolidarsi di questa ricorrenza commerciale è stato certamente alimentato dalla fase post bellica: economicamente florida e dall’ottimismo diffuso. Questo ha permesso ad una semplice strategia di vendita, quale era il Black Friday, di trasformarsi in un fenomeno nazionale e successivamente globale.
L’esplosione consumistica di cui questa giornata è rappresentativa può essere interpretata alla luce della psicologia del consumatore, un campo che analizza come il marketing crei sensazioni di urgenza e desiderio.
Negli ultimi decenni, il Black Friday ha subito una metamorfosi, espandendosi oltre i confini degli Stati Uniti come chiaro riscontro del fenomeno della globalizzazione.
Questa diffusione ha però preso piede con le sue specificità locali, subendo metamorfosi influenzate dai calendari e dalle abitudini di ciascun paese.
In Cina il caso è emblematico: le offerte convogliano tutte nel Single’s Day, ricorrenza di novembre che prende in eredità dal Black Friday gli intenti commerciali e lo supera per nomea e vendite all’interno della nazione.
Le multinazionali e le piattaforme di e-commerce come Amazon hanno giocato un ruolo cruciale in questo processo, facilitando il contagio di usi e costumi e demolendo barriere temporali e geografiche grazie allo shopping online.
Ma l’invasione non è solo geografica.
Si tratta di un’espansione totale verso tutte le modalità di acquisto e verso tutti i settori: anche quelli non considerati convenzionali rispetto all’avvento del Black Friday.
Nel 2005 per esempio debutta il Cyber Monday, il lunedì successivo al venerdì nero, strettamente legato alla ricorrenza ma dedicato all’elettronica.
Gli sconti non sono più solo riservati ai prodotti fisici ma si allargano ai servizi. Pensiamo a palestre, ristoranti, centri estetici… che cavalcano l’onda globale per stare al passo e dare un boost di utili alla propria attività. Ma anche a piattaforme digitali che vendono corsi o abbonamenti, compagnie aeree e dei treni: tutto ciò che è acquistabile può rientrare nella giostra del Black Friday.
La ricorrenza è ormai talmente radicata nella mente dei consumatori da suscitare facilmente delusione e sconcerto verso un’azienda se questa non partecipa all’ondata promozionale.
Ciò va sicuramente a vantaggio delle grandi multinazionali, penalizzando le attività più piccole che spesso soffrono la competizione imbattibile dei colossi del retail.
Ma, cosa porta il consumatore a impazzire per il Black Friday oltre agli sconti? Che poi è ciò che lo ha reso il fenomeno globale che oggi conosciamo.
Uno degli aspetti più affascinanti di questo fenomeno è infatti legato al tipo di offerta che sfrutta i principi del marketing di scarsità e urgenza creando un’esperienza totale: gli sconti non sono solo pazzeschi, sono limitati in quantità e tempo.
Ciò che vediamo in offerta durante il Black Friday (che ormai spesso si è trasformato in Black Weekend o Black Week) non lo sarà più immediatamente dopo.
Questo aspetto genera un effetto talmente polarizzante per il consumatore da indurlo a comprare di pancia, nel vortice emozionale che è quello della FOMO (Fear Of Missing Something): tutto è imperdibile.
Da ogni comportamento “estremo” nasce un’esigenza e concetti come “consumo etico”, l’essere “consumatori consapevoli” guadagnano terreno, parlando a chi è recettivo delle implicazioni sociali e ambientali (ma anche psicologiche) delle nostre decisioni d’acquisto. Pensiamo a nuove ricorrenze come il “Buy Nothing Day”.
Ma quindi, cosa fare e non fare in vista del Black Friday per il bene della tua attività:
- Scontare ma con un sistema
Si tratterà di semplici promo su tutto il venduto o sconterai alcune categorie di prodotto per smuovere le sorti di alcuni invenduti?
Potresti scegliere di spingere così un prodotto o un servizio nuovo che i tuoi clienti non hanno ancora provato o puntare su bundle accattivanti.
Ancora potresti optare per scontare solo ciò che ti porta più margine.
Tutto dipende dalla tua strategia
- Ottimizza la tua comunicazione
Se desideri sfruttare questo periodo dell’anno pensa di informare i tuoi contatti: un database dei tuoi clienti e di quelli interessati alle tue offerte online è un alleato prezioso per i momenti di promozione.
Comunica la tua iniziativa e fallo in maniera mirata.
- Accogli il traffico
Un giorno o periodo come questo potrebbe mettere a ferro e fuoco il tuo personale: preparati ad una grande affluenza, a molte richieste e a persone colpite dall’euforia del momento. Non partire impreparato.
Si potrebbe continuare a lungo, ma ti lascio con un ultimo consiglio:
Non fare nulla solo perché è il Black Friday
Le tue mosse commerciali possono essere studiate per il reale vantaggio della tua attività con una strategia che sia di medio/ lungo periodo.
Non sempre per te sarà buono rincorrere le iniziative dettate dagli altri e gettarti nella mischia con tecniche uguali per tutti: alle volte sarà più redditizio e lungimirante dettare la tua direzione, che rispetti gli equilibri del tuo business e che funzioni a lungo termine.
Può essere difficile immaginarlo, è vero, ma una buona strategia è ciò che farà la differenza.